No video
Nell’architettura religiosa veneziana si sono immesse diverse tendenze ed esperienze: nella laguna appaiono per prime le forme provenienti dal territorio ravennate, sostituite in seguito da quelle che arrivano dall’area bizantina. Le notizie delle realizzazioni dell’arte romano – gotica di Francia, Inghilterra, Germania, giungono a Venezia in ritardo, nel Duecento e Trecento, per opera degli ordini religiosi. Le realizzazioni del gotico si concluderanno nel Quattrocento inoltrato.
La Basilica di Torcello è considerata il più antico monumento di Venezia. Essa conserva, nonostante i ripetuti rimaneggiamenti, la bellezza delle chiese esarcali di Ravenna. L’adiacente chiesetta di Santa Fosca è contemporanea alla Basilica di San Marco ed alla chiesa di Murano dedicata ai Santi Maria e Donato. E’ a pianta centrale cruciforme, e le sue piccole absidi esprimono l’armoniosa e raffinata concezione bizantina dello spazio.
A Murano si specchia sull’acqua la splendida abside dei Ss. Maria e Donato del sec. XI – XII . Essa richiama la levità delle costruzioni civili romanico bizantine degli stessi secoli. L’interno è basilicale con soffitto gotico a carena di nave. Nell’abside d’oro, orientata verso il sole nascente, come in molte chiese veneziane, campeggia la Vergine solitaria, fissa nella sua ieraticità bizantina . Dopo due secoli dalla costruzione di S. Maria Assunta a Torcello, nell'anno 829 viene eretta la Basilica di S. Marco . Essa custodisce le spoglie dell’Evangelista, trafugate nell’828 da Alessandria d’Egitto per opera dei mercanti Buono da Malamocco e Rustico da Torcello. Il professore Andrew Chugg avanza ai giorni nostri una tesi ardita: le spoglie di S. Marco non sarebbero altro che quelle di Alessandro Magno. Una lastra di marmo, nel fianco settentrionale della Basilica, raffigura Alessandro Magno ascendere al cielo tra due draghi .
La Basilica di S. Marco è a croce greca con cinque cupole e navate divise da colonnati lungo i pilastri che reggono le cupole.
Un nartece precede la struttura dell’edificio, che si ispira all’Apostoleion , la chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli, distrutta nel ‘400. Si notano influssi arabo moreschi nella Porta dei Fiori e nelle finestrelle con grate sopra il primo e il quinto portale della facciata.
L’impronta romanico - bizantina si riconosce nella pianta basilicale e tre navate della chiesetta di San Nicolò dei Mendicoli .
Come detto l’architettura religiosa gotica si sviluppa nel ‘200 fino alla metà del ‘400. La formula della tradizione esarcale confluisce nelle forme importate dagli ordini religiosi. Si costruiscono le grandi Chiese dei Frari , appartenente all’ordine francescano e S. Zanipolo, Santi Giovanni e Paolo , all’ordine domenicano. Altri grandi edifici religiosi sono la Madonna dell'Orto , e S. Stefano . Sono costruzioni solenni che nella loro semplicità si discostano dagli edifici gotici d’oltralpe.
Architetti lombardi portano a Venezia il Rinascimento nato in Toscana. Sono Mauro Codussi o Codussi e Pietro Lombardo. La prima costruzione religiosa del Rinascimento a Venezia è la Chiesa di S. Michele in Isola , di Mauro Codussi, eretta nel 1469. Il modulo della facciata dalle semplici linee architettoniche, è ripreso da Codussi nel completamento della Chiesa di San Zaccaria . L’ultima opera dell’artista è la chiesa di S. Giovanni Crisostomo costruita tra il 1497 e il 1504, a pianta centrale che riprende la tradizione bizantina. Altre chiese rinascimentali a croce greca sono S. Maria Mater Domini e S. Felice.
La più bella chiesa del Rinascimento a Venezia è Santa Maria dei Miracoli eretta tra il 1481 e il 1489 da Pietro Lombardo e i figli. L’armonia, la bellezza delle proporzioni, delle linee e delle decorazioni fanno di questa chiesa una gemma di Venezia, cantata da Ezra Pound nei suoi “Cantos”
In fuga da Roma, dopo il Sacco subito dalla città eterna nel 1527, arriva a Venezia Jacopo Tatti detto il Sansovino, l’architetto toscano sarà il protagonista della Renovatio Urbis, Rinnovamento della città, voluta dal Doge Andrea Gritti . Sansovino ci lascia un’importante opera religiosa, l’interno della chiesa francescana di S. Francesco della Vigna . Il condizionamento dei francescani subito dal Sansovino determina che vengano apportate delle modifiche quando la fabbrica è già impostata. Nella zona del Presbiterio e del Transetto, vengono apportate delle variazioni fondamentali sotto la supervisione del frate Francesco Zorzi. Esse fissano le proporzioni della nuova costruzione con formule e rapporti d’armonia e proporzione che derivano da tradizioni Cabalistiche, pitagoriche e neoplatoniche. L’importante facciata della chiesa, opera di Andrea Palladio, fu criticata nel passato per le proporzioni giudicate “scorrette”.
In contrasto con l’opera di Sansovino, le opere di Palladio superano la scenografica classicità dell’architetto toscano con elementi di gusto manieristico impostate sulla luce e sul colore. Egli giunge a far risaltare forme di bellezza eterna. Suoi capolavori dell’arte religiosa sono la Basilica di San Giorgio Maggiore e il Redentore .
La “rotonda macchina” barocca di S. Maria della Salute esprime i nuovi concetti costruttivi di Baldassarre Longhena, il grande architetto veneziano del ‘600. E’ un’opera nuova non solo per Venezia ma per l’Italia: all’epoca della progettazione, nel 1631, i due maggiori architetti dell’epoca, Bernini e Borromini, devono ancora erigere le loro opere più famose. L’impianto della chiesa, a pianta ottagonale assume uno straordinario significato per la Serenissima, come simbolo e come punto di raccordo ottico nell’interno del Bacino di S. Marco. Anche in questa chiesa sono state fissate regole dettate dalla Cabala con valori numerologici legati alle cifre otto, undici e sedici.
Il pomposo prospetto commemorativo di S. Maria del Giglio o Zobenigo che esalta le glorie di Antonio Barbaro e della sua famiglia è opera di Giuseppe Sardi e le statue sono opera dello scultore fiammingo Josse Le Court.
Fiammingo è pure l’autore della sfrenata decorazione plastica e scultorea della facciata di S. Moisè Heinrich Meyring, detto il Merengo, che è una celebrazione della famiglia Fini.
Conclude la nostra breve illustrazione delle chiese di Venezia e della loro fusione con altre tradizioni e culture, la minuscola e deliziosa chiesa della Maddalena , del 1760, capolavoro del Neoclassicismo veneziano. Rammentiamo per i cultori dell’esoterimo che l’edificio, a pianta centrale come i templi pagani dedicati al sole e le chiese dei Templari, sorge nello stesso territorio dove è situato Palazzo Loredan poi Vendramin Calergi , caratterizzato dalla scritta “Non Nobis Domine, Non Nobis” parole che iniziano il salmo simbolo dei Templari.
Michelangelo Mandich
400 - 1000 - fino ad oggi - rev. 0.1.60