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La chiesa del Redentore, alla Giudecca, venne costruita negli anni che vanno dal 1577 al 1592 in segno di ringraziamento per la fine della peste del 1576, che causò la morte di buona parte della popolazione veneziana. Ogni anno, per gratitudine, il doge e tutto il suo seguito erano soliti visitare la chiesa, attraversando un ponte fatto di barche. E’ splendido al riguardo il dipinto di Italico Brass, il Ponte del Redentor (1909), esposto alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Nacque così la Festa del Redentore, celebrata ogni luglio dai Veneziani.
La progettazione della chiesa fu affidata ad Andrea Palladio, il più importante architetto veneto del tempo, e con la collaborazione dell’architetto Da Ponte, progettista del Ponte di Rialto. Una commissione ecclesiale chiese espressamente al maestro, per venire incontro alle decisioni dell’ultimo concilio, un impianto di tipo basilicale a sviluppo longitudinale, sul modello di S.Giorgio Maggiore.
L’opera del Palladio, è considerata un capolavoro di armonia e proporzioni: la chiesa, abbagliante nel suo candore, spicca in mezzo alle semplici e basse costruzioni che la circondano. L’interno è in stile classico, dove tutti gli elementi hanno tra loro un rapporto di perfetto equilibrio sposando alla lettera i crismi dell’architettura palladiana. Vi sono conservati pregevoli dipinti di Paolo Veronese e Jacopo Tintoretto, ma l'opera di maggior suggestione è la tavola della Madonna con Bambino e due angeli musicanti (1500 ca.) di Alvise Vivarini.
1500 - Is. GIUDECCA - rev. 0.1.20