Testimonianze dell'alluvione del '66.

Il pavimento della Cattedrale di Santa Maria e Donato a Murano

La 'Loggetta' del Sansovino

La 'Lunetta' del Vivarini

Il carro del sole

L'Ospedale civile di San Giovanni e Paolo

Dépliant dei Comitati Internazionali dell UNESCO in occasione del 30° Anniversario della Convenzione del 1972. I punti in rosso indicano le opere restaurate
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Dépliant dei Comitati Internazionali dell UNESCO in occasione del 30° Anniversario della Convenzione del 1972. I punti in rosso indicano le opere restaurate


I Comitati Internazionali per Venezia

Il 4 novembre 1966 ad un’eccezionale “acqua alta" si unì un fortissimo vento di scirocco che spinse il mare a travalicare le difese dell’isola di Pellestrina e a scatenarsi in laguna . I danni subiti dal patrimonio storico-artistico veneziano furono ingentissimi , l’eco fu vastissima in tutto il mondo, e, mentre svariate personalità si mobilitavano per il salvataggio, il Direttore Generale dell’UNESCO, René Maheu, lanciava un appello per la creazione di apposite entità che avessero come scopo il recupero ed il restauro dei monumenti danneggiati .
Fu così che nacquero i Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia. I quali, dopo che le ferite inferte da quel drammatico 4 novembre furono sanate, non si sciolsero, ma continuarono nella loro attività di promozione e finanziamento di restauri di monumenti e di opere d’arte di Venezia e del suo estuario. In quarant’anni di attività i Comitati Privati hanno promosso e finanziato un’infinità di interventi che hanno avuto per oggetto i monumenti più significativi della città lagunare : dalla Basilica di San Marco al Palazzo Ducale, dalle chiese più note e meno note alle sedi delle “Scuole”, le antiche confraternite insigni per committenza artistica.
I Comitati Privati sono attualmente ventisette, dei quali uno australiano, uno austriaco, uno danese, uno francese, uno britannico, nove italiani, uno olandese, uno svedese, uno svizzero e tre statunitensi, e sette a carattere internazionale. Il Comitato britannico, “Venice in Peril Fund”, ha provveduto, nella sua lunga storia, al restauro della Porta della Carta di Palazzo Ducale, della Loggetta del Jacopo Sansovino ai piedi del Campanile di San Marco, delle chiese di San Nicolò dei Mendicoli della Madonna dell'Orto, di Santa Maria Mater Domini e della facciata palladiana della chiesa di S. Francesco della Vigna. Tra gli innumerevoli restauri promossi e finanziati dal Comitato americano “Save Venice Inc.” si annoverano i due massimi capolavori architettonici del Rinascimento veneziano, la chiesa di Santa Maria dei Miracoli e la facciata dell’odierno Ospedale Civile , già Scuola Grande di San Marco, mentre l’altro Comitato americano, “Venetian Heritage”, ha, fra l’altro, restaurato la splendida facciata della chiesa di San Zaccaria, congiuntamente al Comitato olandese, il quale aveva curato il restauro degli affreschi di Andrea del Castagno nella stessa chiesa. Il Comitato Italiano si è ultimamente dedicato al restauro della chiesa di Santo Stefano, quello francese al recupero della reggia napoleonica delle Procuratie Nuove. L’organizzazione internazionale World Monuments Fund ha provveduto al restauro della celebre statua equestre di Bartolomeo Colleoni, opera del Verrocchio . Più Comitati si sono associati per promuovere restauri particolarmente complessi, come quello della millenaria Cattedrale di Torcello. L’elenco potrebbe continuare molto a lungo.
Tutte queste attività si sono svolte in stretto rapporto con le Sopraintendenze veneziane ai Beni Culturali e sotto l’egida dell’UNESCO. Il volume delle somme erogate, senza alcuna contropartita pubblicitaria (il che differenzia questi interventi da quelli finanziati da sponsors ordinari) si può calcolare, nel tempo, in varie decine di milioni di euro, ricavati dalle libere offerte di quanti, nei vari Paesi, hanno sentito l’imperativo di contribuire, ciascuno nei limiti delle proprie forze, alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico e ambientale di una città che tutto il mondo considera una delle più alte espressioni della civiltà umana.

Alvise Zorzi


1800 - 2000 - fino ad oggi - rev. 0.1.31

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