Il Ponte di Rialto. Jacopo De Barbari,part. 1500, Venezia, Museo Correr

Il miracolo della reliquia della Croce. Vittore Carpaccio, 1496 ca., Venezia, Gallerie dell'Accademia

Processione del Doge in Piazza San Marco, Gentile Bellini, 1496, Venezia, Gallerie dell'Accademia

La presentazione della Vergine al tempio, part. Tiziano, 1534-1538, Venezia, Gallerie dell'Accademia

Danae. Tiziano, 1545, Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli

Visita di Enrico III di Francia. Palma il Giovane. Dresda, Gemäldegalerie.

Il Consiglio dei Dieci, Gabriele Bella. Venezia, Querini Stampalia

Il campo di Rialto, Canaletto, 1756 ca., Gemäldegalerie, Statliche Museen, Berlin

Il Ponte votivo per la festività della Madonna della Salute. L. Carlevarjis, 1720 ca., Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford (CT, USA).

Arrivo degli ambasciatori inglesi presso il re di Bretagna, part. Carpaccio, Gallerie dell'Accademia, Venezia.
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Il Ponte di Rialto. Jacopo De Barbari,part. 1500, Venezia, Museo Correr


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Il miracolo della reliquia della Croce. Vittore Carpaccio, 1496 ca., Venezia, Gallerie dell'Accademia


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Processione del Doge in Piazza San Marco, Gentile Bellini, 1496, Venezia, Gallerie dell'Accademia


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La presentazione della Vergine al tempio, part. Tiziano, 1534-1538, Venezia, Gallerie dell'Accademia


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Danae. Tiziano, 1545, Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli


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Visita di Enrico III di Francia. Palma il Giovane. Dresda, Gemäldegalerie.


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Il Consiglio dei Dieci, Gabriele Bella. Venezia, Querini Stampalia


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Il campo di Rialto, Canaletto, 1756 ca., Gemäldegalerie, Statliche Museen, Berlin


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Il Ponte votivo per la festività della Madonna della Salute. L. Carlevarjis, 1720 ca., Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford (CT, USA).


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Arrivo degli ambasciatori inglesi presso il re di Bretagna, part. Carpaccio, Gallerie dell'Accademia, Venezia.


Cambiamenti di stili di vita

Philippe De Commynes, ambasciatore di Carlo VIII in Francia, descrive Venezia alla fine del ‘400 come “la città più trionfale che esista e il Canal Grande la strada più bella e meglio costruita che ci sia in tutto il mondo”. Nei telèri della Scuola Grande di S Giovanni Evangelista vediamo un’illustrazione delle parole di De Commynes: una pittoresca e formicolante umanità invade gli spazi di Venezia. Gli autori delle opere sono Carpaccio , Bellini , Bastiani, Diana e Mansueti.
Nella storia del miracolo della Croce a Rialto di Vittore Carpaccio vediamo un gondoliere africano in elegante livrea che manovra a poppa con eleganza l’imbarcazione. Un cagnolino bianco è assiso su un’altra Gondola e guarda stupito e pigro lo spettacolo. Sulle rive vi sono gentiluomini, borghesi e Compagni della Calza, un’associazione di giovani dediti allo spasso e alla cultura. Questa visione della città è raccontata nelle note dei diari di Marin Sanudo, un giovane colto Umanista, e nella pianta del De Barbari del 1500.
Nel 1529 Venezia è per numero di abitanti la seconda città d’Italia e la terza d’Europa. In quell’epoca i patrizi vestono di seta, damasco e velluto.
Nelle solennità la loro veste era la toga scarlatta , cremisi, paonazza o d’oro. Anche il clero veste con colori sgargianti. Le mogli dei nobili e degli agiati borghesi fanno sfoggio delle loro ricchezze mostrando abiti sontuosi e preziosi gioielli. Nel '500 Venezia è la capitale della moda. Una particolarità delle donne veneziane è il colore dei capelli, di un biondo ramato che viene chiamato biondo Tiziano, perché lo si vede nelle chiome delle protagoniste dei suoi quadri .
Le Feste in onore della visita di Enrico III di Francia a Venezia sono un’occasione per la Serenissima per ostentare di fronte al mondo il proprio potere e la propria magnificenza.
All’arrivo al Lido il re, protetto da un baldacchino sorretto da sei Procuratori di S. Marco, passa sotto un arco trionfale opera del Palladio per salire sul Bucintoro che lo porta a Ca' Foscari, dove è fissata la sua residenza. Dalle finestre può ammirare il singolare spettacolo costituito dalle numerosissime barche radunate nel canale sottostante. Per tutta la notte rimangono accesi un’infinità di lumi ed ogni sera si tengono concerti sotto le sue finestre.
Per l’occasione viene organizzata una magnifica regata. Si vede una fornace galleggiante nel bel mezzo del Canal Grande, dove per tre notti consecutive vengono realizzati preziosi vetri soffiati.
Nel ‘500 le cortigiane elegantissime e succintamente vestite, usano andare in gondola, sotto il “Felze”, la copertura delle gondole, durante la Festa della Sensa, organizzate in corteo acqueo , nell’omonimo rio. Quest’usanza, tollerata dalle autorità perché il rio era in una zona periferica della città, è poi portata in Canal Grande. Esasperati dal loro comportamento i componenti del Consiglio dei Dieci le diffidano in seguito a recarsi in gondola con il felze, ad acquistare case nelle vicinanze del Canal Grande, portare vesti seriche, mostrare gioielli, recarsi a messa ed infine assumere al proprio servizio domestiche minori di trent’anni.
Ma far rispettare le leggi è tempo perso, molte volte le cortigiane affittano degli appartamentini in Palazzi vicino al Canal Grande, insospettabili, servendosi del nome dei nobili proprietari e intimidiscono gli addetti alla sorveglianza del costume. “I patrizi non portano più la toga…. La superficialità e i lusso sono tali da dare la nausea” Così scrive alla fine del diciottesimo secolo, nel suo diario Angelo Maria Labia, prelato, poeta e membro di una recente famiglia del patriziato Veneto.
Siamo nel 1750 , la nobiltà veneziana è proprietaria di ingenti ricchezze, nello stesso tempo Venezia è piena di mendicanti. I funzionari di Stato, un tempo famosi per la loro devozione alla Dominante, sono noti per la loro corruzione. Venezia, durante il suo lungo tramonto attrae visitatori da ogni parte del mondo , ma il lusso ostentato e stravagante non può coprire una realtà ormai deteriorata. E’ una civiltà morente.

Michelangelo Mandich


1500 - - rev. 0.1.46

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Venezia e le sue lagune

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