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Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore BL 1490- 1576) fu un artista fondamentale nello sviluppo della pittura veneziana. Giunse a Venezia giovanissimo dove fu presso la bottega di Gentile Bellini, ma divenne presto allievo e collaboratore di Giorgione. In seguito si interessò a Andrea Mantegna, Dürer e Raffaello, indirizzandosi così verso un realismo espressivo molto innovativo per la cultura veneta del tempo che si rivelò appieno nell’Amor Sacro e Amor Profano (1515, Galleria Borghese di Roma) e nella pala dell’Assunta (1518, Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia). Negli anni seguenti iniziò a lavorare per alcune corti italiane presso Ferrara, Mantova, Urbino e, dal 1530, per l’imperatore Carlo V, con una copiosa produzione di scene mitologiche (la Venere di Urbino, 1538, Uffizi; Il Baccanale degli Dei 1523-24, Museo del Prado), e di ritratti (l’Uomo dal guanto, 1523, Louvre; La bella, 1536, Palazzo Pitti di Firenze). Nel contempo continuava a dipingere pale d’altare dove perseguiva invece la ricerca realistica, come nella Pala Pesaro (1519-26, S. Maria Gloriosa dei Frari). Il periodo dopo il 1540, culminato nel soggiorno a Roma (1545-46), rappresentò una svolta nell’opera di Tiziano verso un nuovo tipo di figurazione, altamente drammatica ed emotiva (Ecce Homo del 1543 a Vienna). In quegli anni la sua produzione ritrattistica sviluppò una maggiore penetrazione psicologica (Clarice Strozzi a cinque anni, 1542, Staatliche Museen di Berlino; il giovane inglese, Palazzo Pitti a Firenze). Nel 1548 fu al seguito di Carlo V alla Dieta di Augusta (Ritratto di Carlo V a cavallo, 1548, Prado di Madrid). A Venezia l’attività di Tiziano fu particolarmente rivolta alla realizzazione di pale religiose come Il martirio di San Lorenzo (1559, chiesa dei Gesuiti). Gli ultimi suoi anni di vita generarono ancora capolavori, tra i quali, due conservati a Venezia: L’Annunciazione (chiesa di San Salvatore) e La Pietà (1570-76, Gallerie dell’Accademia). Tiziano come grande colorista portò alle estreme conseguenze la pittura “tutto colore”, creando un linguaggio nuovo che influenzò Tintoretto, Rembrandt, Rubens, El Greco ed altri grandi maestri.
1500 - - rev. 0.1.8