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Iacopo Robusti, soprannominato Tintoretto (Venezia 1518-1594), fu un pittore che visse e operò sempre a Venezia. Il suo iniziale contributo all’arte pittorica si risolse nell’inserire gli assunti estetici dei manieristi tosco-romani ed emiliani nella tradizione veneta. La sua costante ricerca della luce, intesa come elemento coordinatore delle scene che si risolvono in visioni, fu tutta tesa a tradurre la sua spiritualità intensa e drammatica, come nell’Ultima Cena (1547, Chiesa di S. Marcuola), nel Miracolo di San Marco (1548, Gallerie dell’Accademia) e nei dipinti della Madonna dell'Orto.
Nella ritrattistica, si preoccupò soprattutto di mettere a fuoco l’interiorità dei personaggi ritratti: Ritratto della famiglia Soranzo (1550, Castello Sforzesco di Milano), Ritratto di gentiluomo dalla catena d’oro (1556-60, Prado di Madrid), Doge Alvise Morosini (1570, Accademia). Dal 1564 al 1587 fu impegnato con la Scuola Grande di San Rocco, per la quale dipinse una cinquantina di grandi tele (teleri); tra queste il ciclo delle Storie del Vecchio e Nuovo Testamento, che rimangono forse il più completo ed esauriente racconto pittorico dell’arte cristiana. Tra le sue ultime opere, molto significanti, sono il Paradiso (1588-92, Palazzo Ducale) e l’Ultima Cena (1592-94, Basilica di San Giorgio Maggiore). Ebbe un figlio, Domenico (Venezia 1560-1635), che fu suo allievo e collaboratore.
1500 - - rev. 0.1.9