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Come il Direttore Generale dell’UNESCO ha affermato, la comunità internazionale dispone adesso di una base normativa completa nel settore della cultura, costituita principalmente da tre fondamentali convenzioni internazionali: la Convenzione per la Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale, adottata nel 1972 , la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, adottata nel 2003, e la Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, adottata nel 2005.
Partendo dalla Dichiarazione di Istanbul, adottata nel settembre 2002, possiamo innanzitutto sottolineare alcuni aspetti fondamentali in essa contenuti che esprimono chiaramente la necessità di “privilegiare un approccio globale al patrimonio culturale, che consideri il legame dinamico tra patrimonio materiale ed immateriale e la loro interdipendenza profonda”. La stessa Dichiarazione afferma che il patrimonio materiale trova il proprio significato nei suoi valori profondi.
Per contro, il patrimonio immateriale deve comprendere manifestazioni materiali - segni visibili - per essere conservato – essendo la conservazione soltanto una delle forme di tutela possibile. Tale dialettica è particolarmente fertile e ammette una più ampia rappresentazione delle culture del mondo.
Il patrimonio immateriale è l’espressione di processi e di pratiche e richiede approcci e metodologie di conservazione particolari. È fragile per natura, e, dunque, più vulnerabile di altre forme di patrimonio, perché dipende dagli attori e dalle condizioni sociali ed ambientali e dalla velocità di cambiamento.
La tutela del patrimonio culturale immateriale comprende la raccolta, la documentazione e l'archiviazione delle testimonianze come pure la protezione ed il sostegno dei “detentori” della cultura. Se il patrimonio culturale materiale è destinato a sopravvivere a lungo dopo la morte delle persone che lo hanno prodotto, la sorte del patrimonio culturale immateriale è legata ai suoi creatori, poiché nella maggior parte dei casi dipende dalla trasmissione orale.
Attraverso l'evoluzione dell’approccio al patrimonio è sempre più chiara la necessità di salvaguardare "il concetto stesso della diversità".
Il progetto preliminare della Convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, preparato tra il 2003 e il 2004, si inserisce nell'ambito della dichiarazione universale dell'UNESCO sulla diversità culturale.
Tale progetto pur non imponendosi sulla totalità del settore, si è articolato su campi tematici precisi della dichiarazione, in particolare sulla necessità di considerare i beni e i servizi culturali come portatori d'identità e di valori piuttosto che come merci o beni di consumo; e la necessità per gli Stati di adottare tutte le misure necessarie di tutela e promozione della diversità delle espressioni culturali pur garantendo la libera circolazione delle idee e delle opere.
Tale Convenzione oggi costituisce una nuova base nel lungo cammino di pensiero e d'azione compiuto dall'UNESCO, con tutti i suoi partner, per proteggere e promuovere una diversità culturale che, di qualsiasi tempo, è stata al centro di sfide convergenti o divergenti. In effetti, la diversità culturale è un patrimonio culturale in evoluzione costante avido di interesse del pensiero odierno.
La dichiarazione universale del 2001 esprimeva già l'urgenza di prevedere la diversità culturale nel processo attuale di mondializzazione. Questo processo, facilitato dalla rapida evoluzione delle nuove tecnologie d'informazione e di comunicazione, pur creando le condizioni per un dialogo rinnovato tra le culture e le civiltà, costituisce anche una sfida per la diversità culturale.
Mounir Bouchenaki
1800 - 2000 - fino ad oggi - rev. 0.1.18