Benedetto Marcello (Venezia 1686- Brescia 1739) fu un celebre compositore veneziano. Proveniente da un’illustre famiglia patrizia affiancò l’attività di musicista a quella di magistrato (fu prima provveditore della Repubblica Veneta a Pola e poi
Camerlengo a Brescia). Partecipò attivamente alla vita letteraria e musicale di Venezia, tanto da essere conosciuto come il“principe della musica”, appellativo che gli derivò soprattutto per la creazione di un’imponente raccolta di 50 salmi intitolata Estro poetico armonico (1724- 1726). In questo ciclo di composizioni, insolito nella tradizione musicale italiana, Benedetto Marcello si rivela musicista vigoroso e drammatico, pur sempre ispirato ad un notevole equilibrio e chiarezza compositiva. Caratteristiche che si ritrovano nella sua produzione teatrale, vocale e strumentale: i Concerti a cinque (1708), le Sonate per cembalo (1710) e per flauto (1712), gli oratori Giuditta (1710) e Gioaz (1726), le Canzoni madrigalesche e arie per camera (1717), Arianna (1727). La sua fama fu anche affidata alla prosa satirica grazie a Il teatro alla moda (1720), un’opera che mette in ridicolo i vezzi e gli intrighi dei protagonisti che animavano il mondo variopinto del teatro dell’epoca. Pubblicò anche tragedie e poesie. Un suo fratello, Alessandro Marcello (Venezia 1684- 1750), fu anch’esso un importante compositore: si mise in luce con dodici sonate a basso e violino e una raccolta di sei concerti per oboe e archi.