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Dante Alighieri

Dante Alighieri (Firenze 1265- Ravenna 1321) è considerato il più grande poeta della letteratura italiana e tra i padri fondatori della lingua italiana. Nato da una famiglia della piccola nobiltà fiorentina, partecipò sin da giovane al movimento del “Dolce Stil Novo”, scuola poetica della fine del Duecento, dedicando una buona parte delle sue Rime giovanili a Beatrice Portinari, una giovane ragazza di cui si era innamorato. Negli anni successivi, Dante rielaborò la storia spirituale di questo amore nella Vita Nova, opera autobiografica in versi e prosa. Nel 1300, rivestì la carica politica di Priore Fiorentino: fu allora che iniziò a contrastare i piani del papa Bonifacio VIII, la cui politica espansionistica tendeva a estendere la sua autorità su tutta la Toscana. I seguaci del papa, nel 1301, riuscirono a conquistare il potere, con l’effetto immediato di condannare Dante all’esilio. Cominciò allora un vero e proprio pellegrinaggio per l’Italia, che durerà fino alla sua morte. Fu prima in Lunigiana presso i conti Malaspina, poi a Verona, ospite di Bartolomeo della Scala.

Tra il 1304 e il 1307 compose il Convivio e il De Vulgari Eloquentia. Negli anni, Dante interpretò il suo ruolo di esiliato come simbolo del distacco dalla corruzione e dagli egoismi di parte, assurgendo a una sorta di guida spirituale per la riconquista della libertà e della pace. La Divina Commedia, sua opera principale e maggior poema della letteratura italiana, è considerata la più importante testimonianza letteraria della civiltà medievale dell’Occidente e uno dei capolavori della letteratura universale. E’ suddivisa in tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Nel XXI canto dell’Inferno, citò a suo modo l’Arsenale veneziano, all’epoca il più grande “complesso industriale” del mondo: “Quale ne l’arzanà dei viniziani, bolle d’inverno la tenace pece..”. Nel 1310 scrisse il De Monarchia, un importante trattato politico e, negli ultimi anni, fu di nuovo a Verona, ospite di Can Grande della Scala, e infine a Ravenna, dove portò a termine l’ultima parte della “Divina Commedia”.


1300 - 1400 - - rev. 0.1.8

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