Carlo Goldoni (Venezia 1707- Parigi 1793) è stato il più famoso scrittore e commediografo veneziano. Di famiglia agiata, nel 1731 si laureò in giurisprudenza a Padova. Nel 1734 si trasferì a Milano dove iniziò a scrivere intermezzi comici e tragicommedie. Al 1738 risale la sua prima commedia, Momolo Cortesan, con la quale abbandonò l’improvvisazione della Commedia dell’Arte. Nel 1747, conosciuto a Venezia Gerolamo Medebach, capo di un’importante compagnia teatrale, iniziò con lui una collaborazione lunga sei anni che sortì molte commedie tra cui La vedova scaltra, Il cavaliere e la dama, Il bugiardo, La locandiera. Negli anni successivi si impegnò con il teatro San Luca dove mise in scena alcuni capolavori come Il campiello, I rusteghi, La trilogia della villeggiatura, Le baruffe chiozzotte. Nel 1762 si trasferì a Parigi, dove destò l’ammirazione di Voltaire e scrisse le sue Mémoires, pubblicate nel 1787. Morì quasi in miseria sei anni dopo. Dotato di ingegno raffinato e grande buonsenso, Goldoni connotò la sua arte con importanti rinnovamenti: eliminò via via gli elementi fantastici e inverosimili, come maschere, lazzi e servi, e sostituì all’improvvisazione una precisa scrittura delle parti degli attori. I personaggi goldoniani, durante il corso della sua produzione artistica, divennero sempre più realistici. Per non compromettere del tutto i rapporti con la nobiltà veneziana ed evitare le reazioni della censura, Goldoni in alcune commedie si vide costretto a trasformare i nobili che intendeva ridicolizzare in toscani o napoletani. Rispettò le regole aristoteliche dell’unità di tempo e di azione facendo in modo che le opere si svolgessero nello stesso luogo e in un solo giorno, e che l’intreccio principale non venisse affiancato da altre narrazioni parallele. A livello linguistico, usò un veneziano derivato dal linguaggio colto dei signori e da quello spontaneo e vivace del popolo.