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Quando le città-stato persero gradualmente la protezione di Bisanzio, incapaci di unirsi in una lega difensiva a causa dei loro dissidi interni, dovettero rivolgersi a Venezia o all'Ungheria e chiedere appoggio . I Veneziani, ai quali i Dalmati erano già legati per linguaggio e cultura, concessero a questi molte libertà e privilegi a fini strategici, in quanto il loro scopo principale era di impedire lo sviluppo di qualsiasi pericoloso competitore politico o commerciale nell'Adriatico orientale. In cambio della protezione, le città dalmate fornivano un contingente all'esercito o alla marina e talvolta pagavano tributo in moneta o in natura. La città di Arbe , ad esempio, pagava annualmente cinque chili di seta o due di oro a Venezia. L'Ungheria dall'altra parte, sconfitto l'ultimo re croato alla fine dell’XI secolo, avanzò pretese su tutte le terre croate sin dal Trattato del 1102, tanto da indurre il Re Colomano alla conquista della Dalmazia nel 1105. Iniziò allora un periodo di lotte tra l’Ungheria e Venezia per la conquista anche di piccoli territori e città da far rientrare sotto la propria giurisdizione: le città di Zara, Spalato, Trau e Ragusa e i territori circostanti cambiarono di mano diverse volte tra Venezia e l’Ungheria durante il XII secolo. A metà del secolo successivo, la Dalmazia venne colpita dalla peste nera, che causò una situazione economica così grave che le città divennero sempre più dipendenti da Venezia. Negli anni che vanno dal 1300 al 1400 una lotta interna all’Ungheria tra Re Sigismondo e il casato napoletano degli Angiò, contribuì a indebolire l’influenza ungherese sulla Dalmazia.
I rappresentanti angioini vendettero a Venezia i diritti che avevano acquisito sulle terre dalmate per 100.000 ducati, così che nel 1420 i Veneziani avevano preso possesso di gran parte della Dalmazia. Nel 1437, Re Sigismondo, riconosciuto l’effettivo dominio veneziano sulla Dalmazia, mise la parola fine alla secolare disputa.
1100 - 1200 - - rev. 0.1.11