Il fiume Sile oggi.

La terraferma veneziana nel 1509.

Palmanova, costruita dai Veneziani nel 1593.
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La terraferma veneziana nel 1509.


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Palmanova, costruita dai Veneziani nel 1593.


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Terraferma

Per terraferma i veneziani intendevano le aree poste fuori dalle lagune. Nella seconda metà del ‘300, Venezia si assicurò il dominio di gran parte del territorio veneto, che, unito al vasto impero marittimo dominante su gran parte delle coste orientali del Mar Adriatico, la inseriva di fatto tra i maggiori Stati italiani come ampiezza del territorio, solidità economica e stabilità sociale. L’espansione via terra avvenne anche ad ovest, quando approfittando del vuoto di potere creatosi con la morte di Giangaleazzo Visconti alla fine del XIV secolo, i Veneziani riuscirono ad annettere tra i propri territori le province lombarde di Brescia, Bergamo e Crema.

Ecco perché Venezia, sempre più prospera sotto la guida di un’oligarchia mercantile, oltre che delle vie del mare, si occupò molto delle strade di terra. Queste, percorse da carovane di animali da soma, erano molto curate da parte dell’amministrazione veneziana, che a tale scopo stipulava accordi per la loro manutenzione con potentati vicini e lontani. La più battuta di queste strade era quella che partiva da Treviso, dove, ogni giorno, le merci giungevano per le vie fluviali del Piave e del Sile, e si biforcava poi in un ramo che portava al valico di Pontebba, diretto a Vienna passando per la Carinzia, l’altro per la Val Pusteria, a Innsbruck e di là fino ad Augusta, Norimberga e Amburgo, nel nord della Germania.

Un’altra tratta stradale per il nord molto battuta partiva da Venezia passando per Verona fino a Milano e poi su per Francoforte e Colonia, in Germania, mentre scendendo a sud, importante e trafficata era la tratta che, sulle orme delle antiche vie romane, da Venezia portava a Roma transitando per Pisa. Dalla Toscana partivano tessuti d’uso comune ma anche stoffe pregiate, in particolare da Firenze, che competeva con Milano e la stessa Venezia come città capofila del settore tessile.

Ferro, rame e legnami da costruzione costituivano la maggior parte delle merci che viaggiavano via terra, provenienti sia dal retroterra veneto che dall’Austria e la Germania. Merci che si fermavano a Venezia ma che perlopiù proseguivano il tragitto verso i lidi d’Oriente. Anche alcuni generi come zucchero e sale erano fonte di vasti commerci tra Venezia e la sua terraferma: la Lombardia comprava quantità di zucchero a Venezia per 85.000 fiorini l’anno, una cifra enorme per l’epoca. Per il sale, il Governo Veneziano, che sempre ne aveva incoraggiato la produzione e l’importazione, creò una fitta rete di accordi e trattati che garantiva il collocamento dei suoi rifornimenti presso comuni e signorie dell’entroterra; il sale divenne così nel tempo uno strumento di penetrazione politica oltre che economica.


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Venezia e le sue lagune

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