Palazzo Ducale.

Sala del Maggior Consiglio.
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Sala del Maggior Consiglio.


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Ricevimenti e banchetti

Nonostante la ricchezza alimentare che non mancava, nel ‘500 Venezia non aveva ancora sviluppato quella gastronomia per la quale qualche tempo dopo sarebbe diventata famosa. Ma la forma e la solennità erano comunque importanti tanto che il doge pagava di tasca propria ben cinque banchetti solenni ogni anno: nella sala del Maggior Consiglio lo spettacolo più ammirato era proprio quello dell'apparecchiatura della tavola, a cui sedevano di diritto i membri del governo, il nunzio apostolico e l'ambasciatore di Francia; sui preziosi pizzi veneziani scintillavano i vetri di Murano e gli argenti cesellati, tra un’abbondanza di confetti e canditi. Gruppi di nobili, con il volto nascosto dietro la bauta, erano ammessi ad assistere al banchetto fino alla seconda portata.

I governi veneziani dell’epoca organizzavano spesso manifestazioni celebrative in onore di personalità estere, che culminavano in genere in grandiosi ricevimenti e banchetti. Per la dovizia di particolari tramandatici dalle cronache dell’epoca, ne descriveremo uno come esempio: nel 1574, quando Enrico III di Francia, figlio un po’ stravagante di Caterina de' Medici, decise con pochissimo preavviso di passare una settimana a Venezia, la Serenissima, nonostante la sua tradizione di sobrietà, non badò a spese. Era il mese di luglio e vennero organizzate in breve tempo gite sul Bucintoro parato a festa e una fiabesca regata notturna a cui il re di Francia assistette dal balcone di palazzo Foscari, mentre le imbarcazioni illuminate gli rendevano omaggio scivolando lungo il canale; all’isola del Lido il bizzarro re Enrico cantò il “Te Deum” sotto un arco trionfale disegnato dal Palladio e decorato da Tintoretto e Veronese. I festeggiamenti culminarono la domenica in un banchetto offerto a Palazzo Ducale, nella sala del Maggior Consiglio, dove Enrico III fu accolto dalle duecento più belle patrizie di Venezia vestite di bianco e coperte dei più preziosi gioielli. La tavola si presentava ornata di sculture di zucchero progettate dal Sansovino: c'erano due leoni, una regina a cavallo fra due tigri e Davide e San Marco tra immagini di re e papi, e animali, piante, frutti. Erano di zucchero anche la tovaglia, il pane, i piatti e le posate.

Fu nel corso del XVIII secolo che Venezia, nonostante la crisi economica e politica che la colpì, conobbe l’acme riguardo feste e banchetti. Nasceva tra l’altro in quel periodo, sulla moda della cucina francese, con nuove elaborazioni alla luce del gusto e dei prodotti locali, la gastronomia veneta e veneziana in particolare, la sola cucina innovativa nel panorama del Settecento italiano.


1500 - - rev. 0.1.12

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