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Il primo dei 118 dogi, che hanno scandito nel tempo la storia di Venezia, fu Paulicio Anapesto. Nella sua elezione a dux, e non a magister militum, solito titolo bizantino, si volle veder un segnale di desiderio di autonomia. In effetti però la carica di dux era anch’essa di origine bizantina e dipendeva dall’Esarca di Ravenna . Le funzioni del doge erano sia di carattere civile che militare e a lui dovevano obbedienza i tribuni preposti alla gestione dei poteri locali. Alla casta dei tribuni accedevano gli appartenenti ai ceti più abbienti che vennero a costituire una sorta di aristocrazia oligarchica. I tribuni, ai quali fu riservato l’accesso alle più importanti cariche governative, assieme ai maggiori rappresentanti della gerarchia ecclesiastica, determinarono le sorti della futura Serenissima.
Negli anni 726 e 727 venne delineandosi una possibilità di autonomia dall'Impero Bizantino quando i tribuni e il clero veneziani prevaricarono la nomina imperiale ed elessero per acclamazione Orso Ipato nuovo duca della Venezia marittima, appoggiati da Papa Gregorio II e in risposta ai provvedimenti sull’iconoclastia voluti dall’imperatore Leone III. L’aspirazione all’indipendenza da Bisanzio andò rafforzandosi ancor più dopo il 751, anno in cui Ravenna, sede del potere bizantino nell’Italia centro-settentrionale, fu conquistata da Astolfo I, re dei Longobardi.
Caduto l’esarcato ravennate, nel 774 Papa Adriano chiamò in suo aiuto Carlo, re dei Franchi, il futuro Carlo Magno che, sceso in Italia, pose fine alla dinastia longobarda con il decisivo assedio di Pavia e la cattura del re Desiderio. Re Carlo non nascose l’ambizione di impossessarsi dei territori bizantini in Veneto tanto da progettare l’invasione di Venezia con le sue truppe. Ma la diplomazia ebbe la meglio: evitando spargimenti di sangue, si arrivò ad un accordo nell’810-811: Venezia restava sotto la “tutela” bizantina e l’imperatore d’oriente riconosceva a re Carlo il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero , già ricevuto direttamente da Papa Leone III nel Natale dell’800.
In questo modo Venezia riusciva a non essere coinvolta nell’organizzazione feudale dell’Europa.
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