L'Italia nel 1806.

Stemma di Venezia durante il primo impero francese, 1813.

Conseguenze del Trattato di Campoformido in Italia.

L'Italia dopo il Congresso di Vienna.

Monumento a Daniele Manin.
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L'Italia nel 1806.


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Stemma di Venezia durante il primo impero francese, 1813.


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Conseguenze del Trattato di Campoformido in Italia.


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L'Italia dopo il Congresso di Vienna.


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Monumento a Daniele Manin.


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Le dominazioni francese e austriaca

Il XIX secolo registra un continuo passaggio della Serenissima dal dominio austriaco a quello francese e viceversa. La ristrutturazione amministrativa delle province venete, iniziata sotto l’Austria, si rafforzò con il passaggio del Veneto al Regno d’Italia, in base al trattato di Presburgo del 1806 . Napoleone, imperatore dei Francesi, proclamatosi fin dal 1803 Re d’Italia, rientrò a Venezia iniziandovi una serie di interventi sostanziali . La riduzione della città a status di porto franco dette nuova linfa all’attività dell’Arsenale, alle strutture portuali e di difesa della laguna, alla Camera di Commercio con l’accrescimento dei finanziamenti pubblici. Venne studiata e applicata una nuova strutturazione della città che prevedeva, a fronte di demolizioni e sventramenti, la nascita di giardini e spazi verdi e la creazione di un cimitero centrale. Furono eliminate tutte le associazioni assistenziali e corporative, in parte quelle religiose, e furono introdotte le coscrizioni obbligatorie.

Dopo il Congresso di Vienna del 1814-15, che sancì la fine dell’impero Napoleonico , Venezia ritornò all’Austria, diventando così sede del governatore austriaco che, per volere dell’imperatore Francesco II, continuò l’opera di rinnovamento iniziata da Napoleone. Fu migliorata la scolarizzazione primaria e la burocrazia amministrativa e nel 1846 venne costruito il ponte ferroviario translagunare che incrementò il turismo e il commercio favorendo di fatto la fine dello stato insulare della città.

Ma gli Austriaci non riuscirono mai a farsi accettare completamente dai Veneziani e, nel 1848, Venezia si aggiunse alla lunga lista delle città ribelli che si sollevarono contro il potere costituito in tutta Europa. I primi moti insurrezionali a favore dell’indipendenza nazionale nacquero a Venezia per mano di un gruppo di intellettuali, possidenti, patrioti e professionisti appoggiato dalle masse popolari. Il 16 marzo del 1848 il popolo invase le prigioni liberando il patriota Daniele Manin che il 22 marzo instaurò un governo da lui presieduto, che durò solo un anno, ma fu rappresentativo del desiderio dei Veneziani di liberarsi dalla dipendenza dagli Asburgo.

Il 23 marzo Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, dichiarando guerra all’Austria dette il via alla prima guerra di indipendenza. Venezia, per diventare italiana, dovette aspettare la fine della terza guerra, conclusasi il 3 ottobre del 1866 a Vienna con la firma del trattato di pace. Il Veneto, liberato dagli Austriaci, venne annesso al Regno d’Italia con il referendum del 21 ottobre dello stesso anno: fu un autentico plebiscito con 674.426 voti a favore e soli 69 contrari.


1800 - 2000 - - rev. 0.1.21

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Venezia e le sue lagune

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