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Nel Seicento la necessità di contrastare i continui attacchi degli Uscocchi costrinse Venezia a porre l’assedio a Gradisca del Friuli (1615), convinta che dietro le azioni piratesche degli Uscocchi ci fosse l’Austria, desiderosa di contestarle la sovranità sull’Adriatico. Venezia, dopo una guerra durante la quale risultò evidente la debolezza delle sue forze navali, accettò la mediazione spagnola e l’assicurazione dello spostamento degli Uscocchi verso l’interno. Più lunga e inutile fu la guerra di Candia , dove gli Ottomani, dopo aver arrestato il bailo veneziano a Costantinopoli, assediarono le fortezze veneziane sull’isola che, dopo una resistenza di ventiquattro anni, si arresero nel 1669.
Venezia non era più il centro del commercio mediterraneo e le sue flotte commerciali non potevano più competere con quelle Francesi, Inglesi e Olandesi. Come non vi era più nemmeno la volontà né la manodopera per armare flotte ed eserciti sufficientemente grandi e attrezzati che potessero stare alla pari con quelli delle forze rivali. A riequilibrare in parte la potenza territoriale della Serenissima contribuì la partecipazione di Venezia, a fianco dell’Austria, contro gli Ottomani per il predominio su Ungheria e Transilvania. La pace di Carlowitz (1699) portò Venezia a riacquistare una buona parte della Morea che però perse nel successivo attacco dei Turchi conclusosi con la pace di Passarowitz (1718). Lo stato da mar di Venezia si limitava ormai al dominio sull’Istria, la Dalmazia, le isole ioniche e una piccola parte dell’Albania.
Sul fronte interno, ad una classe politica che assisteva impotente alla corruzione dilagante, si aggiunse il flagello della peste: l’epidemia del 1630-1631, anche più grave di quella del secolo prima (1575-1576), che spazzò via un terzo della popolazione e portò conseguenze molto pesanti alla già disastrata situazione sociale, economica e demografica della Serenissima.
Nel secolo successivo, il Settecento, Venezia, ormai in piena decadenza politica, commerciale e militare, riuscì comunque ad influenzare l’arte, l'architettura e la letteratura del tempo, diventando una tra le città più raffinate d’Europa. Si registrò inoltre un forte impegno di progettazione che investì vari campi e in particolare l’anagrafe dello stato; si attuarono misure di ristrutturazione dei commerci marittimi e del porto accompagnate dalla creazione di un Codice della Marina Mercantile; si progettarono raccolte legislative; si sollecitarono innovazioni nel campo della manifattura e dell’agricoltura e nella gestione delle strade e del territorio, fino all’avvenuta realizzazione nel 1744 della grande opera dei murazzi . Dopo la rivoluzione francese del 1789 Venezia, pur cercando di mantenere la sua politica di neutralità nei confronti di Francia e Austria, non potè impedire che il suo governo, il 12 maggio 1797, abdicasse a favore di Napoleone. Dopo oltre mille anni d’indipendenza la Repubblica Serenissima era irrimediabilmente finita, e il trattato di Campoformio ne ratificò la spartizione dei territori: il Veneto, l’Istria e la Dalmazia furono assegnati all’Austria mentre Bergamo, Brescia e Crema passarono alla Cisalpina, riconosciuta dagli Austriaci. Il primo dominio francese fu brevissimo perché Napoleone cedette presto Venezia e il Veneto all’Austria in cambio del riconoscimento della Repubblica Cisalpina. Il 18 gennaio del 1798 le truppe austriache entrarono a Venezia.
1600 - 1700 - - rev. 0.1.22